11/03/16

PERCHE’ VOTARE SI’ AL REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016



Car*,

il prossimo 17 aprile, dalle 7 alle 22, si terrà un referendum popolare richiesto da nove Consigli Regionali tra cui le Marche.
Si tratta di un referendum abrogativo, e cioè di uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la Costituzione prevede per richiedere la cancellazione di una legge.

Hanno diritto di votare al referendum tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto la maggiore età. Votando “Sì” i cittadini avranno la possibilità di cancellare la norma sottoposta a referendum.
Con il referendum del 17 aprile si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.

Le società petrolifere non versano niente alle casse dello Stato per le prime 50.000 tonnellate di petrolio e per i primi 80 milioni di metri cubi di gas estratti ogni anno e godono di un sistema di agevolazioni e incentivi fiscali tra i più favorevoli al mondo.
Nell’ultimo anno dalle royalty provenienti da tutti gli idrocarburi estratti sono arrivati alle casse dello Stato solo 340 milioni di euro.

Considerando tutto il petrolio presente sotto il mare italiano, questo sarebbe appena sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per 7 settimane. Le riserve di gas per appena 6 mesi.

Le ricchezze dell’Italia sono altre:
- Il turismo. Si stima che le presenze complessive nelle destinazioni marine italiane siano state circa 253 milioni nel corso del 2013, con un impatto economico stimato in oltre 19 miliardi e 149 milioni di euro. Importante sottolineare infine come secondo il rapporto “Impresa Turismo 2013” (Unioncamere, 2013) il patrimonio naturalistico delle nostre destinazioni balneari è la prima motivazione di visita per i turisti stranieri;
- La pesca, che si esercita lungo i 7.456 km di costa entro le 12 miglia marine, produce circa il 15% del PIL marittimo e dà lavoro a circa 60.000 persone (dati ISFOL).
- Il patrimonio culturale che vale 5,4% del PIL e che dà lavoro a circa 1,5 milioni di persone (dati Federculture), con un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro.

Senza considerare che i mari italiani sono mari “chiusi” e un incidente anche di piccole dimensioni potrebbe mettere a repentaglio tutto questo. Un eventuale incidente – nei pozzi petroliferi offshore e/o durante il trasporto di petrolio – sarebbe fonte di danni incalcolabili con effetti immediati e a
lungo termine sull’ambiente, la qualità della vita e con gravi ripercussioni gravissime sull’economia turistica e della pesca.

Già nel Mare Adriatico sono stati contaminati sedimenti e cozze in prossimità di piattaforme offshore come rivela il rapporto ‘Trivelle fuorilegge’ di Greenpeace.

Vota SI per difendere il nostro mare e la bellezza del nostro paese.

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